venerdì, novembre 14

ERGON

Vi siete mai chiesti qual é la differenza fra noi e i grandi personaggi della storia? Probabilmente vi siete risposti una delle seguenti:

i) loro erano persone eccezionali e noi degli inetti che, in qualsiasi modo ci impegnassimo, non riusciremmo ad ottenere i risultati che hanno loro;

ii) loro hanno saputo dedicare la loro vita a una cosa sola, anche noi potremmo se solo ne avessimo il tempo o la voglia;

iii) loro spesso sono state le persone giuste al momento giusto, ma in realtá erano persone come tutti noi;

C'é ovviamente della veritá in tutte queste risposte ma, come accade con ció che viene pensato per sentirsi in pace con la nostra coscienza, essa é solo parziale. In particolare, qualunque di queste risposte non ci solleva dal provare a migliorarci, provando ad affrontare una vita non convenzionale e non (auto)limitata a un'esistenza passiva, trasformata in un trascinarsi di sopravvivenza.

In prima analisi ci pare quindi di dover reagire, ritenendo di poter diventare entrare a far parte dell'eccellenza in qualche campo delle attivitá umane. Ció é tuttavia irrealistico, in quanto é un dato di fatto che gli esseri umani non sono uguali giá fin dalla nascita. Non é quindi a tentare di emergere sugli altri, mostrando di essere migliori, l'obiettivo da prefiggersi in quanto ció (per definizione) non é accessibile da tutti, né tantomeno é l'insegnamento che dovremmo trarre dai grandi personaggi del passato o presente.

Essi si sono distinti dalle altre persone come conseguenza di ció che facevano, ma non era questo il motore che li spingeva. In particolare, in punti i),ii),iii) sopra sono tipici di una posizione sia scettica (ci potrebbero essere talmente tante cause che trovare una risposta é impresa vana) sia accidiosa (aspetto un tempo indefinitamente lungo prima di decidere come agire).

In ultima analisi, é quindi una differenza caratteriale (elemento su cui possiamo lavorare) ció che ci distingue da loro. Avere il coraggio di sperimentare ci porta ad infrangere da subito l'accidia (meglio avere successi e sconfitte con bilancio positivo che stare fermi non migliorando) e, a piccoli passi, lo scetticismo di chi non sperimenta in prima persona un cambiamento limitandosi ad autoingannarsi inventandosi risposte preconfezionate a riguardo.

Appurata quindi la necessitá di sporcarsi le mani con l'impegno personale, serve quindi un criterio per capire se ogni esperienza merita di essere vissuta, se "anything different is good" [1].

[1] Bill Murray, "The Groundhog Day", 1993

1 commento:

tiziana ha detto...

condivido pienamente!
mi sembra che tu sia giunto a delle ottime considerazioni e,credo di intuire,che siano il frutto di un tuo personale
percorso
coraggio,sporcati le mani!sei sulla buona strada!